Osservatorio su brevetti e tecnologie: l’EPO completa l’analisi dell’innovazione accademica europea

  Mercoledì, 22 Ottobre 2025 

Sommario

  • Il nuovo studio dell'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) dedicato al ruolo delle Organizzazioni e degli Ospedali di Ricerca Pubblica (Public Research Organizations -PROs), completa l'analisi svolta nel 2024 sulle università.
  • Complessivamente, le istituzioni di ricerca accademiche europee hanno contribuito all’innovazione tecnologica del continente con oltre 130.000 domande di brevetto europeo (2001-2020), con una crescita trainata dai brevetti depositati direttamente dalle istituzioni stesse.
  • Le startup legate alla ricerca, pur essendo solo il 27,1% delle deep tech, attraggono il 50,2% dei finanziamenti totali (2021-2024).
  • L'Italia, con il CNR e l’ITT tra i principali Enti di Ricerca e un'alta adesione al Brevetto Unitario (82,1% per PROs), mostra un forte potenziale di valorizzazione e trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca.

Un nuovo studio condotto dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) in collaborazione con alcuni Uffici Brevetti nazionali, tra cui l’UIBM, Divisione Brevetti, estende la sua analisi pionieristica del 2024 sulle università europee, includendo per la prima volta in modo sistematico le Organizzazioni e gli Ospedali di Ricerca Pubblica (Public Research Organizations -PROs). L'analisi, che copre il periodo 2001-2020, conferma il ruolo cruciale del settore pubblico nell'innovazione europea.

Il Contributo Combinato e la Crescita del Settore Pubblico

Complessivamente, le istituzioni di ricerca europee, Università, Organizzazioni e Ospedali di Ricerca Pubblica hanno contribuito a oltre 130.000 domande di brevetto europeo (EP) tra il 2001 e il 2020. Questa crescita è stata guidata principalmente dalle università, ma anche le PROs hanno fornito un contributo sostanziale.

grafico1

Figura 1 - Numero di domande di brevetto EP relative alle Organizzazioni di ricerca per i principali paesi europei e le loro quote nelle domande nazionali (2001-2020) – FONTE: EPO

Le Organizzazioni Pubbliche di Ricerca hanno contribuito a quasi 61.000 domande di brevetto europeo (EP) che rappresenta il 4,7% di tutte le domande presentate da richiedenti europei, mostrando una forte specializzazione nella ricerca scientifica come la biotecnologia e la farmaceutica (che insieme rappresentano il 28,1% dei brevetti). Si distinguono anche per la loro forza nell'elettronica avanzata e negli strumenti (come semiconduttori e tecnologie di misurazione). Gli ospedali di ricerca , nello stesso periodo, hanno depositato 17.404 domande EP, mostrando una specializzazione tecnologica marcata con quasi il 90% dei brevetti concentrato in quattro campi medici: prodotti farmaceutici (31,3%), biotecnologia (25,4%), tecnologie mediche (24,0%) e analisi di materiali biologici (8,4%).

Un trend comune a tutte le istituzioni è il passaggio da un coinvolgimento prevalentemente indiretto - in cui i ricercatori figurano come inventori su domande presentate da soggetti diversi dalle PROs - a una crescente propensione al deposito diretto dei brevetti. In questo contesto, le PROs si distinguono per aver mantenuto i livelli più elevati di deposito diretto; il rapporto tra depositi diretti e indiretti è, infatti, aumentato da 3,8 a 6,4.

Focus sull'Italia: Organizzazioni e Ospedali di ricerca . Il Successo del Brevetto Unitario

L'Italia, pur avendo fornito un contributo assoluto inferiore ai paesi leader (le PROs italiane hanno superato le 1.000 domande EP nel 2001-2020), mantiene una quota più modesta (2.0%) nel totale delle domande EP.

Tra le principali Organizzazioni Pubbliche di Ricerca italiane (2001-2020) spiccano il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) con 432 brevetti, seguito dall'Istituto Italiano di Tecnologia (266).
L'Italia, inoltre, si distingue per una quota eccezionalmente alta di Organizzazioni Private Senza Scopo di Lucro (PNP), anch’esse incluse nel presente studio, (45,6%) nel panorama brevettuale PROs; un dato unico in Europa.

grafico2

grafico 2

Figura 3 - Distribuzione delle domande di brevetto EP relative alle Organizzazioni di ricerca per Tipo di Organizzazione e Paese (2001-2020). Questo grafico mostra l'eccezionale quota di Organizzazioni di Ricerca Private Non-Profit (PNP) in Italia (45.6%) – FONTE: EP

Gli Ospedali di Ricerca italiani hanno contribuito con 577 depositi di brevetti (2001-2020) e mostrano un approccio relativamente bilanciato tra deposito diretto (39%) e indiretto. Un elemento chiave di distinzione per l'Italia è l'adozione strategica del Brevetto Unitario. Mentre l'adozione media tra le PROs europee è del 39,2%, le Organizzazioni Pubbliche di Ricerca e gli Ospedali di Ricerca italiani hanno registrato un tasso di adozione molto elevato, pari all'82,1% , nella prima metà del 2025, superando paesi come Germania e Francia in questa categoria.

grafico4

Figura 4 - Tasso di adozione del Brevetto Unitario per paese e tipo di organizzazione di ricerca (Gennaio-Giugno 2025).
FONTE EPO - Questo grafico mostra in modo diretto l'elevato tasso di adozione del Brevetto Unitario da parte di PRO+Ospedali italiani (82,1%).

Lo studio sulle Organizzazioni di ricerca e sugli ospedali completa il quadro tracciato dal precedente studio, pubblicato il 22 ottobre 2024, che si concentrava sul ruolo delle università europee nei brevetti.

Tra le informazioni più significative emerse per le Università italiane nel 2024 si segnalano (Studio EPO 2024 e Comunicato Stampa UIBM 2024):

  • L'Italia si colloca al quarto posto in Europa per numero di domande di brevetti provenienti dalle università.
  • I brevetti accademici italiani rappresentano l'8,6% del totale delle domande presentate da richiedenti italiani nel periodo 2000-20208.
  • L'Italia, con 79 atenei, è la quarta in Europa per numero di università che hanno generato almeno una richiesta di brevetto all’EPO.
  • Le università italiane hanno generato il 6,6% di tutte le domande di brevetti accademici in Europa, per un totale di 7.088 brevetti europei (2000-2020).
  • Le principali università italiane sono il Politecnico di Milano, l'Università degli studi di Milano e "La Sapienza" di Roma.
  • Tra il 2015 e il 2019, startup con sede in Italia hanno depositato domande di brevetto europeo per invenzioni accademiche, il quinto numero più alto in Europa, a riprova della solidità del processo di trasferimento tecnologico.

Il nuovo studio sulle PROs conferma che l'Italia (insieme al Regno Unito) si affida prevalentemente a un modello "universitario-centrico" per i collegamenti tra startup e ricerca, con il 75% delle startup legate esclusivamente alle università, con una varietà istituzionale minima.

grafico5

L'Impatto Critico delle Startup Accademiche

Il rapporto mette in luce che le startup legate alle istituzioni di ricerca (università, organizzazioni di ricerca e ospedali), pur rappresentando solo il 27,1% di tutte le startup deep tech che brevettano, hanno ricevuto una alta quota di successi commerciali tra il 2021 e il 2024:

  • Hanno attratto il 50,2% dei finanziamenti totali raccolti.
  • Hanno rappresentato il 30,7% di tutte le operazioni di finanziamento e il 30,9% delle uscite di successo.

Dati che confermano come la creazione di startup sia un percorso fondamentale per portare le invenzioni della ricerca europea sul mercato.

Sfide e Integrazione Europea

Lo studio ribadisce che il sistema di ricerca pubblico europeo, pur essendo eccellente, resta frammentato a livello istituzionale e nazionale. La maggior parte delle collaborazioni sulle invenzioni accademiche rimane limitata a partner locali e nazionali, suggerendo che il potenziale per i collegamenti transfrontalieri non è ancora pienamente sfruttato.

Con questo studio, l’EPO rafforza la visione di un ecosistema europeo dell’innovazione più coeso e collaborativo, in cui università, PROs e ospedali lavorano insieme per trasformare la ricerca scientifica in risultati concreti per l’economia e la società. Il Presidente dell'EPO, António Campinos, ha sottolineato l’importanza di trasformare la ricerca in successo commerciale. L'elevata adozione del Brevetto Unitario da parte di università e, in particolare, di Organizzazioni di Ricerca e ospedali italiani, è un segnale positivo in questa direzione.

Link Utili:

 


Ufficio competente